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mercoledì 5 novembre 2008

El saber de Fedro


Continuerai tutta la vita a stare dentro le mie viscere per sputare sul mondo quello che io non sono e ormai, dopo tutte le volte che abbiamo sparato sul destino, io non ci credo più, sono dall'altra parte ora e non ti vedo, non ti sento neanche. Sono il pagliaccio del tuo show, sono sempre stato un manichino nelle tue mani avide, rude compagno, eterno nemico. Il sole è lontano da noi e non l'hai ancora capito, e allora sai cosa ti dico? Prendimi, prendimi per sempre e portami con la tua tempesta nelle lontane foreste, cancella il mio nome e fammi vedere dov'è il banchetto promesso, il vino novello che l'uomo non riesce a creare, fulgidi lampi gremiscono i miei sogni, il vento percuote le stelle inquiete, precipito nel tuo abbraccio e poi tu intervieni spostando le montagne, i macigni. Fuggo da te, ma mi trovi ovunque, fuggo dal fuggire, piango, ma il mio pianto nessuno sente, allora batto sulle pareti del mondo tuo, ma fuori nessuno esiste o la mia voce non suona, non esisto io? Cos'è questo strano esperimento che fai? Cosa vuoi ottenere da me? Vuoi vincere? Bene...hai vinto!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Fedro? Un alibi? Un rifugio? Una mancanza? Ognuno ha il suo Fedro, ma bisogna dominarlo amandolo, non esserne vittime odiandolo...